De Chirico, Le muse Inquietanti 1916-18 |
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E´ in corso a Ferrara sino al 28 Febbraio 2016 a Palazzo dei Diamanti una esposizione che omaggia il maestro a cento anni da quando, proprio nella città estense, creò i suoi capolavori metafisici.
L´esposizione onora una importante stagione dell´arte italiana e sottolinea quanto questa corrente influenzò le opere di Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Filippo De Pisis, di cui sono esposte le opere, nonché sulle avanguardie Europee del Dadaismo, del Surrealismo e della Nuova oggettività.
Giorgio De Chirico è stato il primo interprete della pittura metafisica.
Il termine "metafisica", ripreso dal greco antico, signifca "al di la delle cose reali", infatti i dipinti del Maestro presentano situazioni irreali e suggestive, basate sull´incontro improbabile ed allusivo di oggetti, paesaggi, luci e prospettive.
La pittura Metafisica nasce nel pieno della Seconda Guerra Mondiale quando, casualmente, De Chirico si trovò ricoverato nell´ospedale di Ferrara insieme a suo fratello Alberto Savinio, Carlo Carrà e Filippo De Pisis.
Dinanzi alle emozioni provate dinanzi alla bellezza ed ai miti rinascimentali di Ferrara, De Chirico dipinse un mondo irreale immerso comunque in momenti di riflessione. Il movimento d´arte e di pensiero creato dall´incontro di questi artisti si contrappone al Futurismo.
Ferrara diviene magica musa ispiratrice, dal cui silenzio, evocato anche dal poeta simbolista D´Annunzio, nascono le opere più belle tra cui le Muse Inquietanti in cui due manichini, sono abbandonati insieme ad altri oggetti nella totale solitudine di una piazza deserta, come fosse un palcoscenico teatrale. Il grande edificio turrito che si scorge è il Castello Estense di Ferrara.
Il maestro De Chirico svilupperà i silenziosi paesaggi urbani nella serie delle Piazze D´Italia, paesaggi ispirati in parte dalla pittura quattrocentesca dalla quale il maestro italiano fu da sempre attratto. Infatti la sua pittura ebbe numerosi passaggi stilistici uno dei quali quando negli anni cinquanta, la sua pittura è caratterizzata da autoritratti in costume barocco e dalle vedute di Venezia.
Prima della sua Metafisica le sue opere erano definite enigmatiche, i soggetti ispirati dalla luce del giorno delle città mediterranee per poi rivolgersi agli studi su architetture classiche, infatti la sua fascinazione per la tecnica degli antichi Maestri rinascimentali è comunque colonna sonora della sua arte.
Architetture essenziali, dunque immerse in un clima quasi spettrale con oggetti dipinti nei vari temi metafisici completamente avulsi al contesto raffigurato.
I colori preferiti dal maestro sono il cobalto, il vermiglio, varie tonalità di verde e blu oltremare. Ritratti, autoritratti, paesaggi e nature morte sempre e comunque in opposizione con le tendenze dell´arte contemporanea.
De Chirico fu anche scenografo ed incisore ed amante della scultura in terra cotta e della scultura in bronzo, passione che seguirà per la seconda metà degli anni sessanta.
Il tema della classicità è sempre presente nelle sue opere anche quando si avvicina al tema dell´archeologia omaggiata, ad esempio, in" Ettore e Andromaca" e "Ville romane".
La mostra, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalla Staatsgalerie di Stoccarda è un invito alla conoscenza di una delle correnti più note della Storia dell´arte contemporanea ed è un viaggio in cui si incontrano e si fondono due mondi contrapposti e per questo così affascinanti.
La città di Ferrara con le sue bellezze Rinascimentali fa da sfondo e da musa ad un´arte dirompente, quasi a voler mitigare con la dolcezza del suo silenzio e delle sue forme l´inquietudine dell´uomo moderno che il visionario De Chirico aveva già preannunciato.