Claude Monet, Colazione sull’erba |
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Dal 2 Ottobre 2015 al 31 Gennaio 2016, la Galleria d´Arte Moderna di Torino ospita il genio dell´impressionismo Claude Monet.
Dopo Degas e Renoir, le musée d´Orsay concede oltre quaranta capolavori dell´artista in una eccezionale mostra monografica sul maestro più carismatico dell´impressionismo.
La peculiarità di questa mostra è che sono presenti opere cardine dell´artista mai presentate prima in Italia.
Claude Monet è sicuramente l´esponente più carismatico di una delle correnti pittoriche più rivoluzionarie che conclusero il secolo d´oro della borghesia francese.
Caratteristica principale di questa corrente pittorica è il passaggio dalla pittura più tradizionale ad una pittura "en plein air" che è poi uno dei punti cardine della pittura impressionista.
La tecnica impressionista è attraversata infatti quasi interamente dalle tonalità di luce e prevede l´assenza del disegno e della miscela dei colori sulla tavolozza, ma tocchi e pennellate disposte direttamente sulla tela, donando così all´occhio dello spettatore la possibilità di ricreare tonalità e sfumature.
E´ una pittura che produce un fenomeno luminoso attraversato dalla luce e dall´emozione.
E´ come fissare la luce sulla tela, penetrando dall´occhio all´anima del visitatore. Emblema della mostra è il grande frammento centrale de "Le dèjeuner sur l´herbe", opera centrale nel percorso di Monet, proprio per la concezione della pittura "en plein air" come passaggio per raggiungere l´impressionismo.
Realizzato nel 1866, il dipinto riprende la rappresentazione dell´altro grande genio della corrente impressionista Edouard Manet, "La colazione sull´erba".
Il frammento avrebbe dovuto essere un quadro completo che però non fu mai portato a termine per una critica di Courbet. Anche qui protagonista è la luce, quasi come se le pennellate di cui è composto fossero intrise di vibrazioni di luce.
Altre tele in esposizione, vere e proprie icone dell´arte di Monet e della pittura moderna sono presenti nella mostra, tra le quali "Essai de figure en plain air : Femme a´ l´ombrelle tournèe vers droite, Larue Montergueil, a Pàris. Fêt du 30 Juin 1878, Cattedrale di Rouen: Le portail, tempsgri e Le portail et la tour Saint Romain, plain en soleil, Londres, Par le ment".
In ogni dipinto si evince il suo desiderio di identificare pittura e natura, immagine e forma, cogliendo, attraverso le variazioni di colore e di luce, attimo per attimo la realtà che poi riproduceva sulla tela.
Durante la sua permanenza londinese, avendo conosciuto Durand - Ruel espone nella sua galleria, alla prima mostra della società degli artisti francesi la sua opera "Entrata al porto di Trouville".
Ed è proprio nel decennio che va dal 1870 al 1880 che Monet espresse al massimo le concezioni impressioniste con le opere "La Colazione, ed Il Ponte di Argantuil" ed, in assoluto, il più celebre "Impression, soleil levant".
Questa opera, oltre alla bellezza, alla luminosità e alle potenzialità cromatiche, dona il nome al gruppo degli impressionisti, della cui corrente furono altri massimi esponenti Pissaro, Monet, Degas, Cèzanne e Sisley.
Nel suo soggiorno a Londra ebbe modo anche di studiare l´arte di Turner e Constable. Da quel momento esplode la fama di Claude Monet che, nel 1874 si trasferisce in Olanda, dove realizza paesaggi e vedute di Amsterdam. Alla mostra degli impressionisti dello stesso anno presenta sette pastelli e cinque dipinti, tra cui lo stupefacente "Campo di papaveri".
Tornato a Parigi apre uno studio in rue Moncey, poiché il suo interesse si sposta sulle vedute della stazione Saint Lazare.
Una delle altre caratteristiche della pittura di Claude Monet è la sua attenzione ai riflessi di luce nel soggetto da lui dipinto nelle varie ore della giornata.
Per questo motivo, molte opere sono ripetute più volte proprio per catturare le sfumature della luce nei vari momenti della giornata.
La sua fascinazione verso la luce ed i suoi riflessi sull´acqua, lo portano a creare un piccolo atelier galleggiante sulla Senna, dove ospiterà i suoi amici impressionisti e dove darà spazio alla sua creatività catturando col suo pennello la magia dei riflessi sull´acqua.
A partire dalla fine del 1890 sino al 1926, anno della morte dell´artista, Giverny divenne il centro della sua vita e della sua pittura.
Monet creò nel giardino della sua casa uno stagno per coltivare fiori d´acqua che lo avrebbero ispirato per moltissimi anni.
Il progetto delle ninfee assorbì l´artista negli ultimi dodici anni della sua vita. Proprio come Voltaire, che citava in una delle sue opere di coltivare il proprio giardino, così Monet nella sua Giverny coltivò il suo jardin interiore, dove l´acqua dello stagno acquista riflessi blu e macchie di verde.
Sprazzi di azzurro e ninfee azzurre, bianche e rosa.
Il movimento, data l´immobilità dello stagno, è donato con pennellate intrise di luce e dalle variazioni cromatiche da cui lo spettatore viene rapito al punto di fondersi con lo spettacolo. Dinanzi a questa tela, citando ciò che scriveva lo stesso Monet, si viene assorbiti e rapiti in un "tutto senza fine".
La sua casa ed il suo giardino tuttora sono la testimonianza concreta di un´armonia senza fine, dove si percepisce ancora oggi l´anima dell´uomo e dell´artista, sublime tempio di un´arte contemplativa, innovativa e di avanguardia, che ha rivoluzionato la storia dell´arte moderna.