ROMA - Inaugurata il 19 gennaio e in mostra fino al 21 marzo, la personale "Spatien" di Katharina Hinsberg battezza il nuovo spazio della Galleria Marie-Laure Fleisch in via di Pallacorda, nelle ex scuderie di Palazzo Cardelli, antico palazzo del Cinquecento.
Lunghi fili di carta velina arancione aprono la mostra, scendendo dal soffitto e raccogliendosi morbidamente a terra, rivelando, al contempo, tanto la perizia minuziosa applicata alla loro realizzazione, quanto la loro implicita delicatezza e fragilità.
Si tratta di "Spatien", che dà il titolo alla mostra. Il termine potrebbe essere tradotto in italiano come "intervalli di spazio" ed è proprio questo il senso che Hinsberg intende dare al proprio lavoro: concettualmente, infatti, si tratta di filiformi intervalli di spazio tra gli elementi di carta velina. La distribuzione degli elementi è stabilita non a priori dall´artista, ma durante il processo di allestimento, creando una dialettica con i limiti dello spazio e con il visitatore, che è invitato a percorrere l´opera, muovendosi lungo il passaggio che si traccia a terra, tra i grovigli di fili e il pavimento.
L´opera è stata realizzata appositamente per la nuova sede della Galleria e viene sviluppata e adattata dall´artista, di volta in volta, allo spazio che la ospita. È stata presentata per la prima volta nel 2010, in Germania, al Kunstverein di Würzburg e poi nel 2011 al Museum DKM di Duisburg.
L´artista tedesca, alla sua prima personale in Italia, lavora prevalentemente con la carta e tramite essa porta avanti un ragionamento sulla potenzialità della linea e del disegno. Difatti, fin dai suoi studi a Monaco e a Dresda, Hinsberg ha inteso esplorare quanto il segno grafico possa essere utilizzato e svincolato dal puro supporto cartaceo. Ad esempio, la stessa installazione creata dai fili di carta velina si origina, fondamentalmente, da un lavoro sulla linea, che tratteggia la superfice di carta, poi incisa e resa scultura ambientale. L´artista sperimenta così le diverse possibilità espressive della linea. Nel caso di "Spatien", essa si libera dal legame con il foglio e diviene installazione, aprendosi allo spazio e all´architettura che la ospita.
In mostra sono presenti anche altre opere, in cui l´artista ha intagliato minuziosamente linee o riquadri su carta, bucandola e incidendola, lavorandola alla stregua di materia scultorea. Hinsberg, dunque, snoda la sua poetica sull´analisi del disegno e dello spazio. Si potrebbe dire che la sua ricerca si imperni sulla "fenomenologia della linea": usando un bisturi per sezionare parti di linee tracciate con la matita sulla carta, crea griglie o motivi astratti. Una volta eseguito il taglio, le linee restano pressoché invisibili, lasciando il posto a forme e spazi vuoti, scolpiti dalla luce e dall´ombra.
Interessante è, infine, ricordare che l´artista vive e lavora alla Raketenstation Hombroich, nella città di Neuss, nei pressi di Düsseldorf, un tempo una base missilistica della NATO e adesso trasformata in luogo di cultura e di residenza di molti artisti.