Le Scuderie del Quirinale portano a Roma l´arte fiamminga dedicando una mostra a uno dei più grandi pittori del Rinascimento nordico, Hans Memling.
Il percorso espositivo si apre con due ritratti di particolare rilievo, Ritratto d´uomo con una moneta romana (1473-1474) e Ritratto di donna (1480-85). Il primo è uno delle sole due opere esistenti di Memling in cui il modello rivolge lo sguardo direttamente all´osservatore. Si tratta, in questo caso, di Bernardo Bembo, raffinato umanista italiano e padre del più celebre Pietro.
Èd è proprio ai ritratti che Memling dovrà gran parte della sua fama in Europa. Nei primi, il pittore ritrae i suoi soggetti nella classica posa di profilo, a mezzo busto, su sfondi di paesaggi o composizioni di vario genere, una scelta compositiva che sarà ripresa anche da pittori italiani come Sandro Botticelli e Pietro Perugino.
All´abitudine di raffigurare esclusivamente regnanti si affiancherà un nuovo costume, diffusosi in Europa a partire dal XV secolo, quando esponenti della nobiltà e della ricca borghesia cominceranno a commissionare il proprio ritratto agli artisti più celebri (si ricordi, tra i pionieri del genere, Jan van Eyck), per poi donarlo come regalo di nozze, pegno che avrà anche il valore di perpetuare la memoria del committente dopo la sua morte.
Il percorso espositivo, a cura dello storico dell´arte tedesco Till-Holger Borchert, si articola in sette sale, nelle quali ogni opera gode di uno spazio raccolto, delineato e ben definito. Tra quelle di maggiore spicco, ricordiamo il Trittico Moreel (1484), che Memling eseguì su commissione del borgomastro di Bruges, Willem Moreel, ritratto insieme a sua moglie. L´opera è formata da un pannello centrale, dove sono raffigurati tre santi su uno sfondo paesaggistico; e due ante laterali, dove troviamo, da una parte, i cinque figli maschi che attorniano il padre, dall´altra le undici figlie femmine insieme alla madre. Il trittico celebra l´inizio della ritrattistica di gruppo, genere di cui Memling, insieme a Hugo van der Goes, può essere definito l´inventore. Egli, tra l´altro, si cimentò con una grande varietà di tecniche pittoriche. Per le scene bibliche, ad esempio, scelse una narrativa unitaria che gli permise di rappresentare in modo simultaneo una successione di eventi. Altrettanto sorprendente è la Passione di cristo, commissionata da Tommaso Portinari, dove attraverso una prospettiva dall´alto, quasi a volo d´uccello, l´immagine sembra transitare con naturalezza dal giorno alla notte, mantenendo tuttavia uniforme l‘illuminazione dei vari personaggi. Si tratta infatti di ben ventitré scene concatenate da una narrazione continua, nonostante il coinvolgimento di duecento figure. Per questa sua straordinaria abilità compositiva, Hans Memling fu uno degli artisti più richiesti e più prolifici del suo tempo e della città dove fu attivo, Bruges, che gli riservò un posto d´onore nella cerchia dei cosiddetti "primitivi fiamminghi".
La mostra, iniziata l´11 ottobre, si concluderà il 18 gennaio 2015.