Per la prima volta a Roma un evento unico, nella sede dell'Accademia di Spagna, nella sua suggestiva sede sul Gianicolo, inaugura il 3 Luglio la mostra Nada y Todo, all'interno del rinascimentale Tempietto del Bramante. La mostra presenta i lavori dell'artista Oliviero Rainaldi e dello scenografo Dante Ferretti. Per la prima volta questa location si trova a dialogare con l'arte contemporanea, grazie alla volontà dell'Università Roma Tre di realizzare un progetto scientifico fortemente sostenuto dal Rettore, l'architetto Mario Panizza. Il grande punto di partenza, dal quale prende le mosse la mostra, è il pensiero filosofico di San Giovanni della Croce, poeta mistico del Cinquecento e nello specifico è la sua dottrina del "Nulla e Tutto" a dare il titolo alla mostra curata da Otello Lottini. Qui, infatti, i lavori di Oliviero Rainaldi, sono inseriti per esplicitare e sintetizzare il pensiero mistico, reinterpretandone l'esperienza. L'artista designa 3 sculture a rappresentare la sua visione del percorso mistico filosofico e Dante Ferretti realizza tre opere luminose che ne esaltano e ne enfatizzano il significato. Le opere si inseriscono rispettivamente tra lo spazio esterno del tempietto, nel colonnato e all'interno della cappella, tre sculture di tre diversi materiali posizionate in tre luoghi del tempietto, aiutando, così, il visitatore a percorrere il cammino di purificazione attraverso cui l'uomo giunge ad affrancarsi dalla vita terrena.
Il cammino avviene per tre vie, la prima, la via purgativa, rappresenta la dimensione mondana dell'uomo. A questa fase si combina la prima scultura in piombo posizionata nella zona esterna al tempietto, un testa adagiata su una lastra sulla quale sono presenti dei bassorilievi rappresentanti dei fiori. La superficialità rintracciabile nel volto che ricerca la sua bellezza, è stemperata dall'idea che ci possa essere un riscatto nella nuova fioritura auspicata nel bassorilievo.
La seconda fase, quella illuminativa, viene identificata con la dinamica della vita spirituale, ed è vista da Rainaldi come una figura umana verticale realizzata in vetro. La scelta del supporto conferisce una certa leggerezza, rispetto alla precedente, dimostrando che il cammino è in divenire sottolineato, poi, dal posizionamento dell'opera quasi a ridosso dell'ingresso del tempietto, luogo però ancora invalicabile.
Alla terza, ed ultima tappa, la via unitiva, corrisponde la completa purificazione e la successiva unione con Dio. Posizionata all'interno della Cappella, la scultura è, questa volta, una realizzazione in marmo sul quale sono scolpiti dei bassorilievi, simboleggianti l'unione trasformante con il divino. L'opera è retroilluminata conferendo cosi allo spazio un forte valore evocativo.
Le opere sono messe in scena magnificamente, grazie soprattutto all'apporto del maestro Dante Ferretti che realizza degli effetti di luci straordinari. La luce, però, non è qui sono con corollario, ma è il simbolo del bene attraverso cui le figure, dalle forme androgine, si fanno portatrici del loro messaggio religioso.
La mostra si completa con l'accompagnamento sonoro di Valentin Silvestrov, rendendo la visita un'esperienza sensoriale completa.