Dal 13 giugno a palazzo Reale di Milano la mostra dedicata a Mimmo Rotella. Centosessanta opere tra décollages e retro d´affisches per ripercorrere gli anni d‘oro del "maestro dello strappo".
Nato a Catanzaro nel 1918 si trasferisce a Napoli per iniziare il percorso di preparazione artistica all´Accademia di Belle Arti di Napoli, ma nel 1941 l´abbandona per una lavoro al Ministero delle Poste che gli offre la possibilità di trasferirsi a Roma.
Nel 1944 Rotella torna a Napoli per finire gli studi. Vince una borsa di studio per gli Stati Uniti, opportunità che lo metterà nelle condizioni di entrare in contatto con un mondo dell´arte poliedrico e ricco di sitmoli differenti .
Dopo l´esperienza all´estero Rotella torna nuovamente a Roma dove, affittato uno studio nei pressi di Piazza del Popolo, si dedicherà interamente al proprio lavoro di sperimentatore. Di lì a poco comincerà a lavorare alla tecnica del decollages, effettuata strappando manifesti dai muri per poi incollarli su tela. Egli stesso dirà:"strappare manifesti dai muri è la sola compensazione, l´unico modo per protestare contro una società cha ha perduto il gusto del cambiamento e delle trasformazioni favolose".
Le prime opere di strappo, nelle quali le figure dei manifesti vengono del tutto scomposte fino a perdere la reale oggettivazione del soggetto, possono essere definite opere astratte in cui prevale la scomposizione in frammenti dell´opera.
Mimmo Rotella entra a far parte del gruppo del nouveau réalisme,corrente che si sviluppa negli anni Sessanta in Francia, come contemporaneamente accade negli Stati Uniti con la Pop Art. Il movimento nasce sulle concettualizzazioni di Pierre Restany, critico d´arte dell´epoca, che nel mettere a confronto la pittura e le pratiche artistiche della fine degli anni Cinquanta ribadisce la necessità di dare un nuovo senso al concetto di opera d´arte. La rivoluzione artistica consiste proprio nella trasformazione di oggetti della vita reale, quotidiana, in sperimentazioni artistiche.
Il vero salto di qualità di mimmo Rotella si verifica nel momento in cui, alla fine degli anni Settanta, le sue opere attenuando la frammentarietà della scomposizione, lasciano intravedere la sovrapposizioni di più manifesti. Le figure più nitide e intellegibili,contribuiranno a imprimere un maggiore significato alle sue opere.
A partire dagli anni Ottanta Rotella diverrà un punto di riferimento culturale per la città di Milano, che ora lo celebra con una grande mostra curata da Germano Celant. Il percorso espositivo da la possibilità di ripercorrere un viaggio nella storia dell´Italia e del dopoguerra, indugiando su un periodo ben preciso che va dal 1953 al 1964.
Tra le opere più belle e importanti, Marilyn (1963), Le cachet (1960), La tigre (1962), Europa di notte (1961).
Tutte le opere che rientrano in un contesto di immaginario pop, riescono a mettere in contatto generazioni passate e future per mezzo delle quali l´autore, è in grado di stravolgere i canoni artistici e classici, ed inoltre riesce a dare senso e nobiltà ad un semplice gesto: l´azione dello strappo, che ci comunica tutta la stravaganza che un opera d´arte può assumere. Non più rappresentazione di qualcosa di definito, ma di astratto. Perché, come ha affermato Rotella, "l´artista sensibile a ciò che succede nel mondo dovrebbe raccontare con la sua creatività i fatti più importanti della nostra vita"
In mostra a Palazzo Reale dal 13 giugno al 31 agosto 2014.