ROMA Le scuderie del rinascimentale Palazzo Santacroce, in pieno centro storico, tra Piazza Farnese e Campo de´ Fiori, ospitano la nuova sede della Galleria Lorcan O´Neill, inaugurata lo scorso 4 luglio.
Lo spazio colpisce per l´imponenza e il prestigio degli ambienti, che si sviluppano per oltre 500 mq, comprendendo un cortile con una fontana barocca che, nelle intenzioni del gallerista, potrebbe diventare anch´esso sede espositiva , una grande terrazza, dove il cardinale Santacroce conservava la sua collezione di statue romane, e una cantina, da immaginare come eventuale cornice per le video installazioni.
Così, il gallerista di origini irlandesi, giunto a Roma nel 2003, ha deciso di aprire un secondo spazio espositivo, mantenendo quello storico a Trastevere, ma con una programmazione ridotta. Negli ultimi dieci anni la Galleria ha proposto artisti internazionali, molti dei quali per la prima volta in Italia, tra cui Tracey Emin, Gary Hume, Richard Long, Anselm Kiefer, Jeff Wall e Kiki Smith, rappresentando anche i più giovani come Eddie Peake, Prem Sahib, Celia Hempton e Hanna Liden e gli italiani Francesco Clemente, Luigi Ontani e Pietro Ruffo.
La nuova sede ha inaugurato con una mostra di tre artisti che si muovono tra pittura, scultura e fotografia: l'italpiano Enrico Castellani, l'inglese Richard Long e il canadese Jeff Wall.
Le loro opere sono decisamente eterogenee e difficilmente ascrivibili a un denominatore comune. Ciò nonostante, la Galleria li ha voluti riunire per ragioni precise: undici anni fa, la prima mostra che organizzò fu proprio di Richard Long, seguita da una dedicata a Jeff Wall. Castellani, invece, espone in questo contesto per la prima volta, esprimendo la volontà della Galleria di rafforzare il proprio legame con il territorio.
Enrico Castellani è considerato una delle figure di maggior rilievo dell'arte europea della seconda metà del Novecento. Partecipò con Piero Manzoni e Lucio Fontana a importanti correnti dell´avanguardia degli anni Cinquanta e Sessanta, tra cui "Zero", gruppo di respiro internazionale, formatosi a Düsseldorf, declinatosi in tendenze ottico-cinetiche. Castellani, inoltre, fondò assieme a Manzoni la rivista "Azimuth", proponendo l'azzeramento totale dell'esperienza artistica precedente, con l'utilizzo di tele monocrome, spesso totalmente bianche, estroflesse mediante l'utilizzo di chiodi o di sagome inserite dietro la tela, in modo da creare effetti di luci e ombre cangianti a seconda dell'inclinazione della sorgente luminosa. Si trattò di un'esperienza del tutto originale, considerata di fondamentale rilevanza per la scena italiana e internazionale, la cui eco influenzò Donald Judd, uno dei più interessanti esponenti del Minimalismo. Alla Lorcan O´Neill sono stati scelti dei lavori che testimoniano la produzione recente di Castellani: "Superficie bianca" (2002), "Superficie nera" (2003) e "Superficie Biangolare Cromata" (2009-10).
Richard Long, figura di primo piano della Land Art, presenta in mostra "Carrara Cross" (2014), scultura realizzata con marmo di Carrara, città in cui l´artista si era recato alcuni anni fa e che considera un luogo a lui familiare. Questo "modus operandi" è cifra stilistica di Long, che intende espandere le potenzialità della scultura oltre le tecniche tradizionali, portando spesso materiali naturali in Galleria, per instaurare un dialogo tra la rigorosità della forma geometrica in questo caso una croce e le irregolarità della pietra. Questo avviene anche per gli altri lavori in mostra, che consistono in tele realizzate con gocce e schizzi di fango liquido, plasmate manualmente dall´artista.
Jeff Wall, infine, espone parte della produzione degli ultimi cinque anni. Realizza fotografie su larga scala, dai colori fortemente saturi, che, a un primo sguardo, sembrano essere momenti rubati alla vita quotidiana come "Band & Crowd" (2011), che raffigura un concerto, o "Young Man Wet With Rain" (2011), dove viene ritratto un giovane per strada , ma che in realtà sono frutto di una meticolosa messa in scena, con attori e illuminazione artificiale. Se a un primo impatto le immagini di Wall sono prive di un´influenza spettacolare, esse tuttavia comunicano la loro complessa struttura solo dopo una lunga osservazione. L´artista intende raccontare i simboli e gli scenari della vita moderna; al contempo, gli attori tendono a confondersi con quelli della vita reale, creando una manifestazione surreale del mondo, tale da rendere fragili le certezze dell'agire umano contemporaneo.