IL BORGO DI TODIANO E FILIPPINO LIPPI |
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Ai nostri cari lettori,
come oggetto della società Belle Arti srls, i soci anche quale mio suggerimento da veterano pubblicista, scelsero la valorizzazione del patrimonio artistico culturale, seguendo un percorso minimalista ma non per questo meno importante. Far conoscere l´arte minore in particolari località, fuori dall´asse che ritualmente associa commercio e mondanità. La pretesa era ed è quella di valorizzare il localismo senza derive populistiche prive di contenuti storici. Compito non semplice in quanto l´Italia è frutto di stupende tradizioni locali anche nel mondo dell´arte magari poco conosciute ma per questo non meno affascinanti. Abbiamo pertanto giàtrattato e scritto delle Meraviglie della Chiesa della Madonna Bianca, ricca di interessanti affreschi e simbolismi. Chiesa nascosta tra i magnifici pioppi o larici tra la località di Campi o Campli dal latino ed Ancarano di Norcia. In questo articolo scritto per il Foglio dell´Arte, quindicinale online di proprietà di Belle Arti srls (sul sito Belle Arti-eu), torneremo su un artista non del luogo, il quale per motivi non noti, lasciò o creò nel borgo di Todiano, sperduto insediamento montano ricco di chiese, un quadro a lui attribuito. Parliamo di Filippino Lippi pittore peraltro più che noto, nato in Toscana a metà del quattrocento, figlio d´arte e frutto di un incontro tra un monaco Filippo anch´esso famoso pittore, ed una monaca, provenienza che gli costò più che un malinteso senso di colpa, peraltro del tutto comprensibile stante il contesto storico in cui operò. Ma veniamo a Todiano situato nella strada attualmente poco battuta tra Preci ed Ancarano per arrivare fino a Norcia. Todiano si trova in montagna di fronte a Campi in Valle Castoriana, una delle valli più suggestive del territorio nursino, ricche nella sua storia di eremi,anche per la morfologia del suo territorio. La suggestione aumenta, considerando che fu terradi intensa spiritualità portata soprattutto da uomini dediti all´ascesi. Provenivano in gran parte dall´Oriente soprattutto dalla Siria e li trovarono il luogo ideale per più compiutamente esprimere il loro ascetismo in uncontesto di pace, sicurezza e meditazione dopo i momenti difficili del concilio di Efeso che, come noto, creò gravi dissidi, lacerazioni, lotte e persecuzioni tra chi verteva ed enfatizzava la natura umana di Cristo e chi ne invocava la natura divina, con quanto ne conseguiva per la figura di Maria, Madre del Cristo, o Madre di Dio. Si ricordano i monaci Eutizio, Spes e Fiorenzo. Altra migrazione la ritroviamo nell´ottavo secolo per la lotta iconoclasta che tra l´altro verteva sull´atteggiamento ortodosso o messo di raffigurare simboli legati alla cristianità attraverso anche la pittura. Comunque sia, tutto il territorio Spoletano, come i fondatori dell´Abbazia di Narco in Valnerina e zone attigue quale la Val Castoriana,vissero di queste migrazioni. Migrazioni che successivamente nel 500 portarono alla costruzione della famosa Abbazia di Sant´Eutizio, successivamente Abbazia Benedettina, anche perché San Benedetto era il patrono di Norcia fondatore dell´Ordine dei Benedettini, patriarca del monachesimo occidentale. Todiano, quale feudo dell´Abbazia di Sant´Eutizio, che si estendeva da Spoleto fino al mare Adriatico, si inserisce in detto contesto e non è da escludere che Filippino Lippi che ha operato attivamente in tutto il centro Italia, abbia ricercato in questo luogo mistico di mitigare o curare i suoi patimenti interni cominciati con una genitura alquanto inusuale, ma forse non troppo in quegli anni.
Io ho scoperto per caso alcuni anni fa Todiano e ho ammirato in una delle sue tante Chiese, se ben ricordo San Bartolomeo, un dipinto che non poteva essere di un minore locale, sia per la qualità dell´opera, sia per il periodo in cui era stata concepita. I pittori locali erano infatti abili in raffigurazioni spiccatamente religiosi e iconoclastici nella loro staticità, oltre che essere portati più ad affrescare che a raffigurazioni su tela. Chiesi chi era l´autore del dipinto. Mi venne detto che lo stesso era di Filippino Lippi. A quel punto incominciai ad interessarmi del dipinto. Dipinto peraltro non più presente a Todiano ma nella prelatura di Spoleto, dove peraltro padre e figlio lavorarono nell´affresco del Duomo. Ma veniamo finalmente al dipinto, fermo restando che la premessa può risultare utile per l´attribuzione del dipinto al presente autore, autore che ribadisco non può comunque essere un locale.Il dipinto viene generalmente chiamato Madonna della Mercede, ma ritengo il nome poco appropriato in quanto l´appellativo di Mercede era generalmente attribuito a Maria che dispensava grazie, protezione, misericordia. Ritengo che così non sia, riprendendo quanto da me fotografato a suo tempo e poi da ultimo ricevuto in Todiano quale immagine. Il dipinto della Madonna è posto al centro di una cornice avvolta da un manto azzurro mentre dà il latte al bambino, comprendo il seno, senza simbolismi di sorta. Immagine direi essenziale anzi sottolinerei che il volto della Madonna trasfonde una certa malinconia. Ai lati della Madonna troviamo San Montano Martire, a cui è dedicata una chiesa nei pressi di Todiano che ospitò per un po´ di tempo il dipinto, e San Bartolomeo apostolo. Nella predetta composizione a chiusura della cornice, si è affascinati da una scena non "insolita" per questi luoghi. Mi riferisco ad un orso che sembrerebbe tirare l´aratro al posto del bue fatto cibo dall´orso stesso. La figura la definirei non insolita, in quanto altro dipinto di pittore del tutto mestierante è stato dame ritrovato presso un eremo sopra l´Abbazia di Sant´Eutizio. Anche su detto dipinto era raffigurato un orso animale sicuramente presente in zona nello stesso millennio. La Madonna che io più propriamente appellerei Madonna del Latte, invece che Madonna della Mercede anche per il contesto contadino posto alla fine della cornice, che riporta una scena agreste che ripeto è tipicadella zona. Per completezza di indagine rappresento che visitando l´ottima mostra su Filippino Lippi alle Scuderie del Quirinale di Roma, forse per colpevole fretta non ho ritrovato questo dipinto. Il dubbio che conseguentemente mi è sorto, è sulla certezza dell´attribuzione a Filippino Lippi di quest´opera. D´altro canto ritrovo tante affinità espressive e cromatiche in altri è più prestigiosi dipinti del Lippi quali la Madonna in Adorazione del Bambino a Palazzo Pitti, e alla Madonna con il Bambino, comunemente detta Madonna Strozzi esposta al MetropolitanMuseum of Art di New York e ripresa dal volume a cura della Phaindon Press Ltd con sede a Kensington 140 Londra. In questi dipinti il volto della Madonna è sempre velatamente melanconico, così come si dice, fosse caratterialmente il pittore. Altri elementi non di poco conto, seppur indiretti,li si ricavano dalla circostanza che nella ricca, perlomeno nel 1500,Abbazia di Sant´Eutizio lavoravano importanti pittori quali Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio ed il Perugino, ed architetti del prestigio di Giovanni Battista Crescenzi. Todiano rammento dipendeva proprio dall´Abbazia di Sant´Eutizio centro di potere economico, politico e culturale, a poca distanza dalla Magnifica Chiesa della Madonna Bianca già oggetto di mio articolo che come ricorderete ha quale particolarità una Madonna marmorea sovrastata da una colomba con un bambino in grembo ed in mano un lucernario, opera attribuita allo scultore Francesco De Simone della scuola del Verrocchio.