Bentornato
Banksy! A due anni da Dismaland, il parco divertimenti al contrario costruito nella
cittadina britannica di Weston-super-Mare (poi trasferito a Calais dov´è
diventato un rifugio per i migranti),
l´anonimo street artist per
eccellenza ha dato vita ad un nuovo e imponente progetto a Betlemme, in Palestina: si tratta del "Walled Off Hotel", l´albergo
con la vista peggiore al mondo che affaccia sulla barriera che dal 2002
divide i territori israeliani da quelli palestinesi. Non a caso "Walled Off
Hotel", letteralmente "Albergo murato fuori", fa riferimento al muro e
assomiglia a quello della catena "Waldorf Hotel". Ennesima tagliente
provocazione di Banksy: scherzo o realtà?
Nessuna
finzione, è tutto assolutamente vero. La struttura, costruita segretamente in
14 mesi, si presenta come un vero e
proprio albergo a tutti gli effetti, perfettamente arredato e funzionante,
dotato di camere e addirittura di un parcheggio. Oltre alle stanze per gli
ospiti la location, che aprirà ufficialmente al pubblico l´11 marzo 2017, ospita anche una galleria d´arte che espone
un´importante selezione di opere appartenenti ad artisti palestinesi, scelte
dal curatore e storico dell´arte Ismal Duddera. Nel
corridoio c´è un finto ascensore murato e un busto greco con parte del volto
coperto, nella sala cinematografica un quadro particolarmente inquietante con
una bambina e un clown. Nel ristorante, ad accogliere i visitatori, c´è
un misterioso pianoforte che suona da solo, controllato in remoto da un
software, che ogni sera offrirà un concerto originale, scritto e registrato in esclusiva per l´hotel
e poi videocamere di sicurezza, fionde, martelli
e così via.
Dieci le stanze
dell´hotel: ognuna, naturalmente, oltre ad essere una vera e propria
installazione di per sé, è arredata in modo diverso e originale e ospita
numerosi interventi di Banksy sui muri. Esemplare, in questo senso, è
l´immagine di un soldato israeliano e un manifestante palestinese impegnati in
una battaglia di cuscini che sovrasta la testata di un letto matrimoniale nella
stanza denominata "Artist", scena
amara che diventa un´imbarazzante decorazione. C´è
anche la stanza "Scenic", che
garantisce la migliore vista sul muro, e quella "Budget", che offre l´esperienza di una notte nell´accampamento, con
mobili e accessori delle caserme israeliane. C´è poi la suite "Presidential", equipaggiata con tutto
quello di cui «un capo di stato
corrotto potrebbe aver bisogno», come recita la descrizione sul sito del
progetto. I prezzi delle camere partono da 35 euro a notte per un posto in letto a castello, la suite è invece la
camera più costosa: interamente dipinta di rosso, sulla parete sopra il letto
un suggestivo quadro con un cuore metallico avvolto da filo spinato, la stanza
è la più costosa perché è l´unica che si affaccia sul proprio muro, quindi con
la "vista migliore"; ha anche la vasca idromassaggio in finta pietra.
Ciliegina sulla torta il museo presente nell´hotel, dedicato
alla storia del muro e corredato da reperti, fotografie, "sculture" originali e
documenti video che illustrano al visitatore un pezzo di storia del luogo. Al
suo interno anche una figura umana in dimensioni reali del politico inglese Arthur
James Balfour, intento a firmare la "Balfour
declaration", documento che ha gettato le basi della nascita di uno
stato israeliano in Palestina. L´idea di inaugurare questa
struttura nel 2017, si legge sul sito ufficiale di Banksy, arriva dalla volontà
di ricordare il centenario dell´anno in cui «gli inglesi presero il controllo
della Palestina e aiutarono a dare il via a un secolo di confusione e di
conflitti»: nel 1917 la Gran Bretagna prese
infatti il controllo e proprio per questo il piano bar dell´hotel costituisce
una chiara provocazione verso quell´epoca dallo stile coloniale.
«Vorremmo
invitare tutti a venirci a trovare, soprattutto i civili israeliani», ha
commentato il proprietario dell´albergo Wisam Salsaa, «vogliamo che imparino a conoscerci meglio,
perché quando lo faranno capiranno che ci sono molti stereotipi da abbattere, e
le cose potrebbero cambiare». Paradossale, perché nonostante l´hotel si
trovi in una parte di territorio presidiata dai militari israeliani, il popolo
israeliano non ha il permesso di visitare Betlemme e i suoi luoghi sacri dal
momento che tutte le strade per raggiungerlo includono almeno un passaggio
attraverso zone palestinesi.
Lo street artist Banksy sembra fiducioso e
dichiara con pungente ironia: «Il mio commercialista sostiene che le
persone avranno paura di venire qui, a causa della location militarizzata e
rischiosa, ma io gli ho ricordato che in occasione del mio progetto precedente,
la gente ha trascorso una giornata intera a Weston-super-Mare.» E
continua: «I muri vanno molto di moda
in questo momento, ma io me ne sono occupato molto prima che Trump li rendesse
cool». In questo senso Banksy è un veterano: non è la prima volta che si
confronta con il tema operando in questi territori lacerati da politiche
estreme e violente. Ancora una volta, Banksy ha lasciato il
segno. E, come nel suo stile, lo ha fatto in silenzio, ma allo stesso tempo in
maniera incisiva e forte.