Roma, zona Rebibbia. Da qualche giorno un´imponente e coloratissima opera si erge maestosa sulla facciata di una delle palazzine popolari di Ponte Mammolo, in via Palombini, lasciando a bocca aperta chiunque se la trovi di fronte. L´autore è uno degli street artist italiani più apprezzati e famosi al mondo e si firma con lo pseudonimo "Blu". Le suo opere, sparse sui muri di tutto il globo, sono note per avere spesso come protagonisti umanoidi dai tratti sarcastici o drammatici, che denunciano il capitalismo facendosi portavoce di vere e proprie lotte sociali.
Blu ama, per le sue opere, le periferie urbane, le zone in ombra, nascoste, significative. Per questo il suo nuovo straordinario lavoro si colloca sulla facciata di un palazzone a sette piani nella periferia nord-est della capitale.
Un´enorme spirale vivace, scintillante e piena di colori accesi da leggere dal basso verso l´alto: in una rappresentazione vorticosa e dinamica è raccontata la storia della vita, del mondo e della nostra civiltà. L´opera di Blu è un vero e proprio viaggio attraverso la storia della vita sul pianeta Terra, ripercorrendo in maniera simbolica tutte le fasi che ci hanno portati ad essere ciò che siamo, oggi. Nella parte più bassa della spirale sono rappresentate infatti le prime tracce di dna che poi si evolvono in pesci preistorici, anfibi, dinosauri e altri rettili. E ancora volatili, scimmie, mammiferi e finalmente uomini, che da cacciatori e agricoltori costruiscono le prime città ed architetture imponenti, come le piramidi egizie e il Colosseo. Il finale, però, non è lieto: con l´avvento della modernità e del progresso, sinonimo di grattacieli, fabbriche, smog, carri armati e centrali nucleari, tutto svanisce, tutto si sgretola e sprofonda nell´abisso, precipitando dal settimo piano del palazzone. La spirale della vita, pressata dal peso della stessa civiltà, si sfalda.
L´intervento artistico di Blu fa parte di un´ampia iniziativa di riqualificazione della zona, voluta dal comitato di quartiere "Mammut", che durante la scorsa estate aveva già promosso la street art di Blu nei pressi del carcere di Rebibbia, in via Ciciliano. "Le opere di Blu portano un tocco di colore in un quartiere grigio non solo nell´estetica, ma anche nella carenza di servizi, di lavoro, di spazi e di socialità", commentano i volontari del comitato, precisando inoltre che tali iniziative sono completamente finanziate dal basso, e dunque indipendenti da istituzioni pubbliche o private.
I murales d´autore in una periferia romana non sono una novità: da qualche anno infatti Roma sta marciando sulla strada per divenire uno dei centri di riferimento per la street art in Italia. Nemmeno Blu è nuovo nella capitale. L´artista ha dipinto infatti la facciata di una vecchia caserma in zona Ostiense, a via del Porto Fluviale, che da oltre 10 anni è stata occupata da circa 450 persone che oggi vi abitano: l´opera raffigura enormi e colorate facce umanoidi che hanno come occhi o bocche le finestre dell´edificio. Lo stesso edificio ospita, sulla facciata esterna, un altro grande capolavoro di Blu: un veliero che naviga in un´esplosione di colori, rivisitato in chiave metropolitana con palazzi e gru a bordo, preso d´assalto da pirati irreali. Due ulteriori opere dell´artista sono presenti inoltre in zona San Basilio e ancora in via Ostiense, sulla facciata del centro sociale Alexis.
Come nello stile di ogni buon street artist, di Blu non si sa quasi nulla, neppure il nome. L´unico dato certo ed evidente è il messaggio che ogni sua opera vuole comunicare, risultato del suo forte impegno sociale e anti-capitalistico. La sua è un´arte potente e riflessiva, che si impegna di colorare gli angoli del mondo, anche quelli della città eterna.