A quindici anni dalla morte di Balthasar Klossowski de Rola, in arte Balthus, Roma celebra uno dei pittori più originali ed enigmatici del novecento.
Con una grande mostra monografica divisa in due sedi, si omaggia l´arte di Balthus il cui rapporto con la città di Roma fu molto importante per la sua arte.
Alle Scuderie del Quirinale è in esposizione una retrospettiva dei capolavori più noti, mentre a Villa Medici sono esaltati il metodo, il processo creativo, le tecniche ed il ricorso alla fotografia.
Un artista cosmopolita Balthus, con grandi influenze culturali mitteleuropee dovute alla influenza del padre, noto critico d´arte e dalla madre russa, pittrice ed animatrice di selezionati salotti culturali.
Lo stile di Balthus pur partendo da una base classica ed accademica si ispira a riferimenti pittorici che attraversa diversi secoli, partendo dai pittori pre e rinascimentali, in particolare da Piero della Francesca, sino ad arrivare a Giorgio De Chirico.
Nella sua immensa produzione si possono riconoscere quindi numerose influenze tra le quali gli scritti di Emily Bront della quale illustrò il capolavoro "Cime Tempestose" con disegni a penna, i dipinti di Masaccio, Simone Martini, Goya, Corot, e Paul Cezanne.
Un connubio tra poesia e pittura, anche per l´incontro del giovane Balthus con l´immenso Rilke, grande amico della madre dell´artista.
Il suo talento artistico infatti fu sostenuto da grandi intellettuali ed artisti del tempo quali appunto Rilke, Pierre Bonnard ed Henry Matisse.
Sin da piccolo Balthus è sottosposto a grandi cambiamenti, da Parigi a Berlino e poi ancora Berna e Ginevra, laddove l´artista trova stabilità ed inizia ad avvicinarsi all´arte con una serie di disegni ad inchiostro dedicati al suo gatto.
Rientrato a Berlino frequenta lo studio dello zio pittore anche egli molto importante per il suo cammino artistico.
Balthus rientrato a Parigi, inizia il suo percorso accademico alla Libera Accademia in Rue della Grande Chaumìere dove frequenta lezioni di disegno dal vero con modelle.
In Provenza avviene la folgorazione per Cezanne, incontro spirituale tra la pittura del grande maestro impressionista ed il giovane Balthus.
L´incontro sicuramente approvato dal mentore Rilke che ammmirava la pittura di Cezanne.
Fu proprio Rilke, ormai ammalato, a far finanziare un viaggio di studio per Balthus che visitando Firenze e poi Arezzo dove studia gli affreschi di Masolino e Masaccio trasse l´ispirazione per una delle sue prime opere di grande rilievo : i dipinti murali a tempera del villaggio svizzero di Beateemberg.
E´ di quel periodo che attraverso la pittura, Balthus, si concentra sulle atmosfere dell´infanzia, periodo magico nel quale tutto è divenire, sogno, fantasia.
Tornando in Svizzera incontra il movimento Surrealista attraverso Breton, Eduard e Giacometti, che sarà poi uno degli interlocutori privilegiati di Balthus.
L´arte di Balthus quindi, nonostante le varie influenze, rimane comunque indipendente, infatti i suoi dipinti risolutamente figurativi inglobano scene intime ed insolite nei quali i personaggi sembrano sospesi in un´atmosfera di sogno. I suoi lavori suscitano ammirazione tra i pittori e letterati del tempo tra i quali Andrè Breton e Pablo Picasso, che acquisterà il suo dipinto Les Enfants Blanchard del 1937. Arte, poesia, letteratura uniti in un cenacolo che comprende romanzieri, poeti quali Antoine De Saint-Exupèry, Renè Char, Joan Mirò ed il famoso fotografo Man Ray.
La sua fama cresce a livello internazionale grazie anche a mostre personali a New York.
Nel 1964 fu nominato dal Ministro della Cultura francese Andrè Malraux direttore dell´Accademia di Francia a Roma, dove rimase per moltissimi anni e dove divenne amico di Federico Fellini e di Renato Guttuso.
Balthus diffonde di se una immagine di se stesso enigmatica e sfuggente, ciò non toglie che gli sia riconosciuto di essere uno degli artisti più importanti e rappresentativi del novecento.
Partendo dalle Scuderie del Quirinale, il percorso inizia con l´opera di Balthus considerata la più importante "La strada del 1933".
Anche questo viaggio artistico è suddiviso in stanze in cui sono distribuite circa centocinquanta opere in totale.
Una delle sezioni più affascinanti è intitolata "Cime tempestose" come il grande romanzo di Emily Bront che tanto ispirò l´artista.
Altro grande scrittore che ispirò il maestro fu Lewis Carroll e le sue celebri avventure di "Alice nel paese delle meraviglie" protagonista della quarta stanza.
Nella quinta sala "La Camera" c´è lo spazio dedicato alla pittura più erotica e sensuale di Balthus.
Salendo di un piano ci ritroviamo nel "Teatro della Crudeltà" , tra opere intrise di ieraticità "per dirla come Antonin Artaud, tra i primi a decifrare e recensire l´opera dell´artista. Nella sala successiva " la scuola prospettica" ove si avverte tutta l´influenza di Giacometti.
Nella sala "la semplicità classica" si trova atmosfera intima e famigliare, dal fuoco dei camini ai giocatori di carte. Il cammino artistico prosegue con "Chassy, nome del castello dove l´artista visse otto anni".
Nell´ultima sala delle Scuderie "Dal modello al fantasma", ci sono molti ritratti del fratello ed il grande dipinto "L'artista e la sua modella", realizzato su tela con caseina e tempera nel 1980-81 e conservato al museo Pompidou.
Attraversando la città arriviamo a Villa Medici come in un viaggio fantastico ed approdiamo tra cinquanta opere fra dipinti, disegni ed anche foto.
Il viaggio artistico iniza con la sezione "Spaesamenti" dove è protagonista "La Chambre Turkue" del 1965-66 dipinto su tela sempre con caseina e tempera, in cui modella è come in altre opere, la sua giovane moglie giapponese Setsuko.
A seguire i celebri dipinti "Japonaise à la table rouge" del 1967-76 e "Nu de profil" 1973-77.
Il suggestivo viaggio termina con le sezioni "Accademie", "paesaggi, schizzi, suggestione, materia, "L´utlimo dipinto", "un capolavoro assoluto ?".
La magia dei luoghi, sia per le Scuderie del Quirinale che per Villa Medici, influisce molto sulle emozioni dello spettatore che sembra aggirarsi tra le sale e sezioni in un suggestivo viaggio, cui fa da cornice il meraviglioso ed incantato giardino, che sembra, rendere omaggio con la sua bellezza non solo al maestro ma anche a colui che ha dedicato gran parte della sua esistenza a dirigere uno delle più prestigiose accademie, quale l´Accademia di Francia a Roma.
Ulteriore sorpresa è l´apertura della camera turca raffigurata nell´omonimo quadro, e per la prima volta accessibile al pubblico.
Il tramonto dietro la scalinata di trinità dei monti, suggella la maestosità dell´Accademia di Francia ed, illumina con i suoi colori il cammino del visitatore che, oltre allo stupore e l´incanto del luogo, si inoltra in una delle mostre più interessanti di questo ultimo periodo