Giacomo Balla, Forze di paesaggio 1918 |
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Presso la Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, nella splendida cornice della Rocca è allestita una mostra dedicata al percorso artistico di uno dei più grandi protagonisti del Futurismo Italiano.
L´elemento fondante attorno al quale si sviluppa la mostra è l´analisi di uno dei testi più rivoluzionari dell´arte del Novecento, proprio nel centenario della sua pubblicazione sottoscritto dallo stesso Giacomo Balla e da Fortunato Depero.
La mostra è articolata per temi come fosse una passeggiata contemplativa percorrendo i capisaldi del Manifesto del 1915.
Le opere presenti provengono da prestigiose collezioni private e dai più importanti Musei italiani quali la Galleria Nazionale d´arte Moderna di Roma, gli Uffizi di Firenze, il Museo del novecento di Milano, e la Galleria d´Arte Moderna di Torino.
Si potranno ammirare anche documenti originali quali fotografie d´epoca, manifesti, cataloghi dell´archivio Gigli di Roma.
Tornando ai temi di cui sopra iniziamo con l´ASTRATTO nel quale rifulge la luce nei pastelli di inizio Novecento, per poi proseguire negli studi dell´iride del 1912 , concludendo con la testimonianza del tormentato passaggio del genio Balla tra pittura oggettiva ed astrattismo (Finestra di Dusseldorf).
Proseguendo nell´immaginifica passeggiata troviamo il Dinamico, che esulta nel volo delle rondini, dell´automobile che corre nella velocità astratta ma tangibile.
Passiamo poi nel TRASPARENTISSIMO con i cicli delle stagioni e delle trasformazioni di forma e spirito.
Lo spazio COLORATISSIMO e LUMINOSISSIMO ci sorprende con qualcosa che non si è mai visto in una mostra prima d´ora.
Con linee forze di paesaggio, feu d´artificie e di fiori in tre dimensioni, in cui il genio rivoluzionario e visionario di Balla esplode in tutta la sua magnificenza.
Troviamo poi il DRAMMATICO l´interventismo in guerra, con dimostrazione interventista del 1915, riscoperto sul retro nell´opera "Verginità" del 1926.
La passeggiata prosegue alleggerendoci l´anima con VOLATILE, in cui sono esaltate le figure femminili : dal primo pastello con "Elisa che cuce" del 1898, al Dubbio, dai ritratti femminili degli anni venti per arrivare ad uno dei suoi più celebri dipinti noi "Quattro allo specchio" del 1945.
In questo spazio attraversiamo quasi mezzo secolo di arte. Il nostro cammino attraverso la mostra termina con SCOPPIANTE, in cui si evidenzia la linea della velocità nelle sculture. Dal rossissimo Pugno di Boccioni al complesso plastico di studi e progetti da casa Balla.
La grandezza dell´artista Balla spazia e si incrocia con i movimenti artistici ma anche culturali e politici della sua contemporaneità, infatti molti dei temi che egli affronta sono umanitari ed al tempo stesso occasione di sperimentazione continua sugli effetti della luce.
Luce che fa da sfondo ad ogni sua opera ed ad ogni sua ricerca.
Nel 1895, Giacomo Balla si trasferì a Roma e frequentando il gruppo di intellettuali dediti alla costruzione delle scuole per i contadini dell´agro romano evidenzia la grande spinta umanitaria che Giacomo Balla dedica ad emarginati ed oppressi.
Dopo aver visitato "L´Exposition Universelle" di Parigi dove rimase sette mesi lavorando per l´illustratore Sergio Macchiati, realizza tra il 1902 ed il 1905 quattro tele del ciclo dei "Viventi" : "il Mendicante 1902" , "Il Contadino 1903", "i Malati 1903" e la "Pazza 1905".
E´ proprio in questi anni che Umberto Boccioni, Mario Sironi, Gino Severini e numerosi altri giovani pittori frequentando il suo studio possono essere considerati suoi allievi.
Ed è a questo punto che il suo genio artistico inizia ad indirizzarsi al movimento, iniziando infinite ricerche sul dinamismo ed è tra i firmatari del Manifesto dei Pittori Futuristi, concretizzando le sue nuove spinte stilistiche nei dipinti " Bambina che corre sul Balcone 1912" e "Dinamismo di un cane al guinzaglio 1912" e "Le mani del violinista 1912", forse un ricordo del suo amore per la musica e per il violino.
Molte altre sue opere dovremmo elencare, ma quello che più colpisce del grande pittore sono le continue ricerche sui colori, gli aspetti della luce e della velocità e purezza delle forme geometriche che, a tutti gli effetti costituiscono i primi capolavori di arte astratta italiana.
La poliedricità della sua visione interiore estende la poetica futurista a numerose e svariate opere non figurative come costruzioni, complessi plastici di cartone, seta, lamiera ed altri materiali. La sua spinta per l´innovazione e la ricerca lo indirizzano anche alla scenografia che Giacomo Balla realizza nel 1917 per il Balletto " Feu d´artificie" con musica di Igor Stravinskij, in cui i ballerini vengono sostituiti dall´alternarsi ritmico delle luci. Altra testimonianza del suo amore per la luce in tutte le sue forme.
Di nuovo a Parigi nel 1925 nella "Exposition Internationale d´arts dècoratifs" dove verranno premiati i suoi arazzi.
Il viaggio circolare del genio futurista Giacomo Balla si conclude con il ritorno progressivo dal Futurismo al Realismo naturalistico, convinto che l´arte pura debba esprimere un realismo assoluto.
Questo percorso artistico variegato in tutte le sue manifestazioni rende omaggio all´artista ma anche all´uomo che, nella sua ricerca artistica ed esistenziale, attraverso le numerose esperienze pittoriche ritorna ad una visione dell´arte più tradizionale. Ciò non toglie che sia stato il maggiore e più importante studioso di arte applicata futurista che esista.