Passato e futuro, antichità e contemporaneità: queste le caratteristiche portanti delle sei opere d´arte che rappresenteranno l´Italia agli occhi del mondo intero a Expo 2015. L´ambizione è quella di raccontare al meglio l´identità italiana, un´identità forte e allo stesso tempo complessa, formatasi nel corso di migliaia d´anni attraverso un percorso storico importante e strettamente legato alla cultura.
Saranno cinque le opere esposte al Padiglione Italia, tutte provenienti da musei italiani per narrare e mostrare da vicino l´affascinante legame tra la nostra identità nazionale e l´arte: L´Ortolano di Arcimboldo, la Vucciria di Renato Guttuso, il Genio Futurista di Giacomo Balla, il Trapezophoros di Ascoli Satriano del IV secolo a.C. e la Hora, statua di epoca romana in prestito dagli Uffizi.
A queste si aggiungerà una forte e importante scultura di Vanessa Beecroft, artista italiana contemporanea fra le più conosciute al mondo. L´opera in questione è un complesso scultoreo denominato Jennifer Statuario, ed è composto da due sculture ricavate dal calco vero della sorella dell´artista. Lo stile utilizzato è quello classico-figurativo, mentre la posizione a testa in giù della scultura tende a destabilizzare completamente l´idea di classicità in favore di una contemporaneità estrema, evidente. «Una vera e propria crocifissione al femminile», ha dichiarato la Beecroft, che ha deciso di prendere parte all´Esposizione Universale perché ritiene che questa sia una sfida in cui l´artista è chiamato a intervenire in modo simbolico e metaforico per far scaturire delle riflessioni internazionali.
In forte contrapposizione con l´opera di Vanessa Beecroft si colloca la statua di Hora, appartenente probabilmente al I secolo d.C. con inserti cinquecenteschi (testa, mani e piedi). La scultura raffigura una delle divinità figlie di Zeus e Themis, simbolo di fecondità terrena: le Horai. Vigilando sull´avvicendarsi delle stagioni dell´anno, tali divinità proteggevano i raccolti e le primizie favorendone l´abbondanza; la Hora che sarà esposta in Expo, identificata con la dea Carpo preposta ai frutti e ai raccolti autunnali, ritrae una divinità delicata e materna che porta in grembo uva, noci, melograni e pere.
Ancora frutti ma anche verdure e cibi di ogni tipo sono i protagonisti di un´altra grande opera che rappresenterà l´identità italiana all´Expo, la Vucciria di Renato Guttuso. Realizzata nel 1974, l´opera è considerata la più celebre dell´artista: le pennellate forti e incisive rappresentano sulla tela uno spaccato di vita quotidiana a Palermo attraverso il noto mercato della Vucciria. Carni sanguinolente appese, verdure, frutti e pesci dai colori brillanti e vivaci esposti tra i banchi del mercato fanno sembrare la tela una vera e propria fotografia che raffigura una scena di estremo realismo, dalla quale i profumi dei cibi tipici della cucina italiana sembrano fuoriuscire con forza, raggiungendo lo spettatore.
Ingredienti chiave della cucina italiana anche nell´Ortolano di Arcimboldo, opera particolarmente curiosa perché, se capovolta di 180°, il volto dell´ortolano raffigurato diviene una natura morta di verdure. Una noce semiaperta e una nocciola formano gli occhi, un grande ravano bianco il naso, una cipolla e una rapa costituiscono le gote, due funghi sono le labbra, i capelli e la barba sono formati da insalata e ramolacci mentre il recipiente è un copricapo. Il ritratto suggerisce inoltre forti allusioni sessuali, simbolo di estrema forza generatrice e fecondità naturale.
Il Trapezophoros è invece un sostegno di mensa con grifoni in marmo dipinto che divorano una cerva, databile alla seconda metà del IV secolo a.C. L´opera rappresenta uno dei simboli dell´attività di recupero di opere trafugate da parte del comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio e il Ministero dei Beni Culturali: sottratto negli anni settanta durante gli scavi nell´area archeologica di Ascoli Satriano, il reperto è stato restituito all´Italia nel 2007 dal Getty Museum di Malibù.
Completerà l´esposizione di Padiglione Italia il Genio Futurista di Giacomo Balla, una presenza fondamentale a Expo 2015 che torna in un´Esposizione Universale dopo novant´anni esatti: il grande olio su tela d´arazzo era stato realizzato infatti per l´Esposizione Universale di Parigi del 1925 e tornerà a splendere a Milano.
Le sei opere scelte testimoniano l´importante storia del nostro genio artistico e simboleggiano la potenza della "grande bellezza" italiana: attraverso il percorso culturale proposto all´interno del Padiglione Italia, il visitatore potrà compiere un viaggio artistico che gli consentirà di vedere l´Italia del passato, del presente ma anche del futuro suscitando globalmente il desiderio di visitare il Bel Paese e il suo immenso patrimonio artistico attraverso le molteplici storie che lo costituiscono, e che costituiscono al tempo stesso un´unica e forte identità nazionale.