Luca Vitone, Polimnia, 2002 |
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Nata negli anni Duemila a Torino, la serie intitolata "Corteggiamento" è composta da un gruppo di installazioni complesse e affascinanti, ognuna costituita da tre elementi: uno strumento musicale, un oggetto di arredamento popolare - come la provenienza della musica suonata da quello strumento - e delle luminarie, le stesse utilizzate nelle feste di paese, con le lampadine dei colori del vessillo della regione o della città di provenienza dell´oggetto.
In riferimento al titolo, l´artista asserisce che: "il corteggiamento è una delle pratiche più nobili che l´uomo possa fare, è la summa dell´amore, dell´atto benefico che è, poi, quello che offre la procreazione. Parlando di tradizione, di memoria popolare, il luogo del corteggiamento è, da sempre, la piazza del paese dove si celebra la festa del medesimo, il che vuol dire il luogo dove ci sono dei musicisti che suonano, il luogo dove si balla, ci si conosce e, se la conoscenza è interessata ed interessante, si porta avanti in un altro luogo, in un luogo domestico, dove troviamo l´oggetto di arredamento…". In questa rappresentazione metonimica la festa sono le luminarie, il luogo intimo è il mobile e la conoscenza è lo strumento musicale.
Già dalla fine degli anni Ottanta Vitone aveva iniziato a utilizzare lo strumento musicale, specificatamente quello della musica popolare e della tradizione orale, interpretandolo come un elemento fragile, che si sarebbe perso nel tempo o che, se tramandato, avrebbe subito inevitabilmente rielaborazioni e riletture.
Le opere della serie "Corteggiamento" sono intitolate alle nove Muse, divinità del mito greco rappresentanti l´ideale supremo dell´arte: Clio, Euterpe, Talia, Melpomene, Tersicore, Erato, Polimnia, Urania e Calliope.
Nell´installazione, l´artista compone assieme dei reperti della tradizione popolare perduti, appartenenti a una storia quasi ancestrale dell´uomo, proponendo una riflessione su qualcosa che si è perso: un patrimonio musicale scomparso, schiacciato dalla globalizzazione e dalla perdita di radici nell´età moderna. L´idea, di cui l´opera si fa portavoce, è riportare alla luce una musica che appartiene ai caratteri dei luoghi, un suono sociale che va riscoperto e riattivato.
Vitone intende dunque riflettere sull´odierna degenerazione della musica, ormai priva di vividezza e spontaneità. Nelle "Muse", lo strumento musicale è dotato di una realtà solo apparente, ma non effettiva: in esso, infatti, la pratica esecutiva si è dispersa e rimane solo la sua presenza fisica, fine a se stessa. La scomparsa del mondo popolare e del folclore determina, secondo l´artista, il fatto che musiche e canti si siano ridotti a meri oggetti. I lavori vengono rappresentati muti, alla stregua di scatole vuote, privi del loro contenuto sonoro.
Fin dai suoi esordi, Vitone ha sempre qualificato il suo lavoro come indagine sul contesto dove si svolge l´intervento artistico. Ogni opera mira, infatti, alla decifrazione dei caratteri storici, sociali e istituzionali dei luoghi dove essa si pone, siano essi l´assetto urbanistico dove sorge un museo, la cultura orale e popolare individuabile nella zona o l´attività politica in cui è impegnata la collettività. Come esemplificato dalla serie "Corteggiamento", un´attenzione particolare viene riservata alla musica popolare, intraprendendo un percorso di discesa nella memoria collettiva.
Spesso il suo mezzo è la mappa geografica, da cui sottrae ogni toponimo per spaesarla e ridurla a una fitta ragnatela di segni astratti. L´artista, infatti, sostiene che, mentre proseguiamo verso una conoscenza maggiore del mondo, al contempo perdiamo di vista le caratteristiche del luogo in cui siamo nati. La sfida di Vitone è la conoscenza contro l´informazione, ovvero la denuncia, senza ironia, della superficialità con cui ci rapportiamo al nostro contesto.
Aspetto fondamentale della poetica di Vitone è, dunque, il raggiungimento di una nuova consapevolezza della storia e dei luoghi, attraverso strumenti di indagine non consueti, che abbandonino i percorsi abituali, così da mettere in atto una contaminazione delle discipline, tramite il coinvolgimento di persone e oggetti provenienti da ambiti eterogenei.