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  23 Novembre 2024
05/12/2014 di Alessandra Di Romano

La cappella del Monte e le opere scultoree di Bartolomeo Ammannati


Architetto e scultore, esponente di spicco dell´arte cinquecentesca italiana, Bartolomeo Ammannati nasce nel 1511 a Settignano. Sin dalla giovane età entra in contatto con artisti del suo tempo, lavorando prima alla bottega di Baccio Bandinelli e poi come aiuto di Jacopo Sansovino.
Il suo arrivo a Roma viene collocato per Raffaello Borghini sotto il pontificato di Paolo III, precisamente nel 1548, mentre per un altro autorevole biografo, Giorgio Vasari, nel 1550 sotto il pontificato di Giulio III.
La città di Roma costituiva una sede straordinaria di grandi occasioni lavorative viste le committenze che venivano affidate ad artisti che avevano il ruolo di ridare lustro ad un luogo che negli anni precedenti era stato teatro di grandi devastazioni, come il Sacco di Roma perpetrato dai Lanzichenecchi nel 1527, oltre che essere una enorme occasione di studio dei reperti archeologici ritrovati proprio in quegli anni.
Ed è proprio il progetto di Renovatio Urbis di Papa Paolo III e il Giubileo del 1550 che costituiscono un´occasione speciale per qualsiasi artista del periodo per dare dimostrazione delle proprie capacità oltre che per farsi conoscere nella Roma papalina.
L´arrivo di Ammannati a Roma è sicuramente stato l´insieme di più connessioni, l´influenza del suocero Giovanni Antonio Battiferri, padre della moglie Laura Battiferri poetessa sposata nel 1550 e, sicuramente, anche del Cardinale Cristoforo Madruzzo che era ben introdotto nella corte dei Farnese.
E´nel 1550 che viene commissionata da Giovanni Maria Ciocchi del Monte a Giorgio Vasari la progettazione e decorazione della cappella a destra dell´altare maggiore di San Pietro in Montorio, per la sepoltura di Antonio Ciocchi del Monte e di Fabiano Ciocchi del Monte, rispettivamente suo zio e suo nonno, con la volontà di realizzare una cappella che potesse dare lustro al casato, specialmente dopo la sua elezione al soglio pontificio con il nome di Giulio III.
Il contratto stipulato dal Vasari prevedeva 30 mesi di lavoro, e da subito quest´ultimo si rivolse ad uno dei maggiori artisti viventi e presenti a Roma per avere consigli su come organizzare il progetto e su come scegliere validi collaboratori sia per le decorazioni che per le sculture: Michelangelo.
Fu proprio il Buonarroti che chiese che le sculture fossero realizzata da Ammannati, definendolo in una lettera "l´angelo Bartolomeo". Appare, inoltre decisivo il suo contributo nello studio dell´impianto della cappella che dopo l´intervento Michelangiolesco appare ridotta rispetto al progetto Vasariano.
Per l´avvio del cantiere Ammannati e Vasari si recano a Carrara per scegliere i marmi e l´attività dell´Ammannati e documentata fino al 1554, nonostante l´incisione presente dimostri il termine dei lavori nel 1552. La cappella di forma semicircolare, di impostazione classica, presenta un´edicola centrale un timpano curvilineo e colonne ioniche, con al centro la pala del Vasari rappresentante San Paolo cieco condotto ad Anania, ai lati Ammannati realizza due opere sepolcrali, sormontate da due nicchie all´interno delle quali campeggiano le allegorie dei sepolti. Le decorazioni a stucco appaiono ricche di elementi decorativi, quali festoni motivi classici ed emblemi della casata del Monte.
Soffermandoci sulla scultura di sinistra rappresentante Antonio Ciocchi del Monte, la figura è adagiata su un sarcofago ed è realizzata in atteggiamento pensante, la resa stessa del panneggio è di uno straordinario effetto realistico e perfezione formale, il tutto suggerisce austerità e nobiltà, la scultura del Cardinale è sormontata dall´allegoria della Religione che presenta un´impostazione statica ed austera.
Per la scultura del giurista Fabiano del Monte, situata nella parte destra della cappella, la resa scultorea appare più rigida rispetto alla prospiciente, ma sempre di grande raffinatezza e ci dimostra la grande attenzione dell´Ammannati per i modelli Michelangioleschi delle sculture medicee realizzando, qui, delle opere con una minore tensione tipica dei modelli manieristi e distaccandosi dalla cifra stilistica del Buonarroti, ma ottenendo un gioco di chiari e scuri notevoli. La scultura è anche lei sormontata dall´allegoria della Giustizia che in tal senso ci ricorda Atena nelle sue più note impostazioni classiche. Risulta considerevole l´attenzione dell´Ammannati per l´antico, sia per la statuaria classica romana che per i monumenti funerari, sia per le lezioni contemporanee del Buonarroti.
Il cantiere di San Pietro in Montorio ha sicuramente costituito un momento importante nella carriera artistica dell´Ammannati che risulta aver maturato una sua individuale "maniera" sobria e composta molto apprezzata nell´epoca della controriforma.


 
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