Fonte : Centro Culturale ZeroUno
Dal 15 Luglio 2014 al 30 Luglio 2014
Il concetto di bellezza è esteso e variegato, appartiene a tutto e tutti, a volte vuoto altre volte in grado di scuotere pensieri e parole. L´arte da sempre è sinonimo di bellezza e parla per coinvolgere, emozionare, provocare. Per questo, ispirati alla citazione di Dario Fo, si sono prescelti quattro artisti totalmente diversi in un confronto di bellezza tra astrazione e figurazione. La figurazione esprime la propria bellezza nei volti variopinti e scrutanti di Milena Tortorelli e nelle scene urbane, frutto di vissuto e ricordi, di Lucia Simini.
L´astrazione si esprime nella solare Giovanna Vinci dalla tecnica originale e con Arianna Ellero che distende il colore trascinandolo all´infinito in orizzonti cromatici mozzafiato. Una veduta di bellezza a 360°, estrapolata in ogni ambito, in un confronto di diversità al fine di mostrare come tutto può essere ‘bello´, sebbene diverso, tutto è magnifico anche nella dissonanza. Arianna Ellero è una giovane mano da cui traspare energia positiva, rilassatezza e solarità alla stregua di grandi maestri; grandi spazi di colore di dipanano agli occhi dell´osservatore in cui i toni sono grandi protagonisti dai confini impeccabili.
Lucia Simini è cresciuta con la figurazione perfezionandosi in ricerche disparate dove la resa finale è il risultato di situazioni personali, attimi di vita; così porte, finestre, scalinate appartengono ad un vissuto ingiallito e apparentemente invecchiato, vivo nella memoria di chi ricorda e nello sguardo di chi osserva tramite una mano accurata ed abile. Milena Tortorelli è una mano matura e maestra alla figurazione, dedita alla descrizione di volti evolve la propria arte in sdoppiamenti di figure dalle cromie intriganti dove perder fiato nella rapidità del tratto e riprenderlo nello splendore della soluzione finale. Giovanna Vinci è solarità e freschezza espressa con originalità tecnica ed energia tonale; un´esplosione di toni realizzati dallo svuotamento di tubi di colore a volte distesi anche con la forchetta per creare grandi concettualità pregnanti e pregevoli.
In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta. Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste. Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa.
(Dario Fo, Il mondo secondo Fo)